Gli effetti dei flussi migratori sulle lingue locali

Le lingue non sono mai qualcosa di statico: crescono e si modificano insieme al proprio ambiente e, soprattutto, alle persone che le parlano. Con un numero di emigrati al livello internazionale stimato di circa 281 milioni (in costante crescita) nel 2020, è pressoché certo che lo spostamento di grandi masse di persone su lunghe distanze e attraverso numerosi confini influenzerà il nostro modo di parlare. In altre parole, in che modo i flussi migratori influenzano le lingue locali?

Giovani immigrati e apprendimento linguistico

Quando si prendono in considerazione gli effetti dell’immigrazione sulle lingue locali, un aspetto è subito evidente: il ruolo fondamentale giocato dai giovani. Quando si trasferiscono in un nuovo paese, gli immigrati adulti sentono possono sentirsi sotto pressione nel dover imparare la lingua del posto. Possono quindi cercare di riunirsi in enclavi della loro etnia, dove è più semplice mantenere inalterate la propria lingua e cultura native.

Tuttavia, per i loro figli, spesso è vero l’opposto. Quando i figli degli immigrati iniziano a frequentare i sistemi scolastici del luogo di arrivo, in particolare le grandi scuole pubbliche tipiche delle città principali, entrano in contatto con la nuova lingua sia in modo formale durante le lezioni, sia in modo informale tramite i compagni. Poiché tendenzialmente l’apprendimento linguistico risulta più semplice in giovane età, questa vivace miscela linguistica può introdurre nuove, interessanti variazioni nelle lingue locali.

Dallo slang alla sintassi

L’introduzione di nuovi termini di slang (e di nuovi vocaboli in generale) è una di tali variazioni. Ad esempio, le ondate migratorie da tutta l’America Latina hanno avuto un impatto indelebile sullo spagnolo americano, introducendo modi di dire come l’esclamazione “Qué vaina!”, molto diffusa nello slang venezuelano. Parole ora considerate standard nel vocabolario dell’inglese americano—come i termini yiddish “chutzpah” (spavalderia= o “schmaltz”(sdolcinatezza)—sono arrivate negli USA poiché utilizzate dagli immigranti giunti nel paese nel corso della storia.

Ma i flussi migratori non hanno impatto solo su un numero limitati di parole o frasi. In realtà possono portare anche alla nascita di varianti linguistiche totalmente nuove.

Pensiamo al caso di Miami, dove oltre sessant’anni di immigrazione da Cuba hanno modificato notevolmente il modo in cui si parla inglese in città. Gli ispanofoni di Miami hanno assimilato i cosiddetti calchi, parole prese in prestito da un’altra lingua e inserite nella lingua nativa di chi parla, diventati caratteristici della parlata locale. Ad esempio, si potrebbe sentir dire in inglese “make a party” anziché “host a party”, traduzione letterale dello spagnolo hacer una fiesta (fare una festa).

Cosa sono i socioletti?

Nei centri urbani in cui vivono numerose comunità di immigrati, i linguisti hanno evidenziato un fenomeno che chiamano socioletti: una nuova variante linguistica influenzata da più lingue diverse. Spesso legati alla cultura dei giovani, vanno ben oltre lo slang. Spesso “correggono” o alterano elementi della lingua originaria che creano confusione, dando origine a nuovi costrutti grammaticali e producendo miscele uniche di suoni e pronunce.

Ecco alcuni esempi:

  • Kiezdeutsch: Il Kiezdeutsch è un dialetto multietnico tedesco sviluppatosi in quartieri di Berlino caratterizzati da particolare mescolanza etnica fra i giovani immigrati che hanno incluso termini turchi e arabi nel tedesco orale.
  • Multicultural London English: Parlato dai giovani della classe lavoratrice londinese in aree fortemente soggette a immigrazione, il Multicultural London English è una variante dell’inglese londinese che combina la parlata tradizionale East End Cockney con elementi derivanti da vari gruppi di immigrati.
  • Socioletto norvegese: Talvolta chiamato Kebabnorsk (non mancano le controversie in merito), questa variante del norvegese è particolarmente diffusa nei quartieri orientali di Oslo. Mescola elementi derivanti da arabo, turco, e punjabi (tra gli altri) al norvegese standard.

Quando si traducono varianti linguistiche locali, i traduttori professionisti immersi nella cultura locale sanno come renderne le sfumature. Che siate esperti di lingue o semplici turisti, dovreste tendere bene le orecchie la prossima volta che passeggiate in una città straniera: potreste assistere a un pezzo di storia del linguaggio in fase di creazione!

Immagine di Денис Марчук su Pixabay